“Tu non mi capisci”. È questa la frase a cui penso quando mi immagino di incontrare un/una adolescente/giovane adulto/a. Perché questo delicato e complesso periodo è spesso accompagnato dalla sensazione di non essere compresi e, ancora piú faticoso, di non capire nemmeno se stessi. Nonostante a volte l’impegno che le persone intorno mettono per provare ad avvicinarsi, anzi, a volte questo crea l’effetto opposto di far sentire ancora piú soli ed a isolarsi.
Non si è piú bambini, ma non si è ancora adulti, quindi si guardano i due mondi con distanza, chiedendosi da che parte stare, se tenere un piedi di qua e uno di lá o se scappare e basta da entrambi.
Le emozioni sembrano delle montagne russe: alti e bassi improvvisi, perdita del controllo, cambiamenti repentini delle proprie decisioni. Oppure, al contrario, si puó credere di non provare nessuna emozione, tutto piatto, senza sapore.
Per i giovani adulti si aggiunge anche la pressione sociale: è ora di decidere cosa fare “da grandi”, se proseguire gli studi o andare a lavorare, se continuare a vivere in famiglia o andare a vivere da soli, se rimanere nel posto dove si è cresciuti o trasferirsi ecc…
Insomma, troppe cose in poco spazio, in poco tempo. Per questi motivi in terapia si puó trovare un luogo dove prendere fiato e creare quello spazio e quel tempo necessari per capirsi, per essere capiti e per decidere con calma chi si è e chi si vuole diventare.

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